I fondatori
CECOFeS nasce dal provvidenziale incontro dell’esperienza di vita e di ascolto di Raffaella e Giuseppe Butturini con la passione educativa del professor Raffaello Rossi. Questo incontro, avvenuto in apparenza casualmente, ha messo in contatto una vulcanica famiglia numerosa (10 figli e 30 nipoti, presidenti di ANFN dal 2013 al 2018) con i progetti avviati dalla passione educativa e dalla competenza del professor Raffaello Rossi… il resto è la nostra storia.
Direttore didattico dei corsi in CECOFeS
Consulente della coppia e della famiglia da oltre 30 anni, già Consigliere e attuale Presidente di AICCeF e formatore di consulenti con approccio socio educativo.
Presidente di CECOFeS sin dalla sua fondazione
"Patriarca di una famiglia numerosa”, già professore di storia delle religioni presso l’Università di Padova, è impegnato da decenni nell’associazionismo per la famiglia.
Mediatore familiare, consulente della coppia e della famiglia, membro del direttivo di CECOFeS e responsabile di CECOFeS Veneto
Madre di famiglia numerosa, instancabile anima dell’associazione è impegnata da decenni nell’associazionismo a favore della famiglia a livello nazionale.
Raffaello, hai una lunghissima esperienza nel campo educativo nelle sue multiformi sfaccettature. Sarebbe davvero troppo lungo chiederti di raccontare e per questo rinviamo direttamente al tuo Curriculum Vitae
Chi ti conosce apprezza immediatamente la tua capacità di sintesi, la chiarezza comunicativa e la tua profondissima competenza teorica, con una insaziabile curiosità che ti porta ad aggiornarti continuamente e, contemporaneamente, la capacità di essere estremamente concreto. Ci racconti come fai?
Intanto vivo con un certo imbarazzo i complimenti. Credo di avere il dono di una discreta intelligenza intuitiva e una buona memoria… il resto è venuto da sé, ma come sempre accade buona parte del merito di quanto ho realizzato viene dalle persone incontrate nel mio cammino e dalla loro collaborazione. Provengo da una famiglia numerosa (6 fratelli) e questa è stata la mia prima palestra di vissuti e relazioni. Nella prima adolescenza sono entrato in contatto con la “droga” poiché una mia parente venne ospitata in casa nostra e io iniziai ad accompagnarla, in verità senza un grande successo. Da lì la mia passione per lo sport mi ha accompagnato ad insegnare nuoto a disabili fisici e psichici. Passo successivo la frequentazione di progetti e percorsi vari, compresa una esperienza profonda nell’allora ospedale psichiatrico di Bologna, sempre seguendo come volontario soggetti con problemi di dipendenza. In seguito, mi attivai nelle comunità terapeutiche e nel recupero tramite lo sport. In sostanza io sono nato “in trincea”, non sulle pagine dei libri. I libri e lo studio sono venuti dopo per trovare risposte, metodi, stimoli costruttivi. In cascata sono seguiti progetti con famiglie affidatarie e adottive, con adolescenti problematici, progetti di rete sociale nei quartieri a rischio di Bologna… Ogni porta ne apriva altre e non potevo tirarmi indietro. Ciò che apprendevo andava condiviso, anche perché nel frattempo ero diventato insegnante, professione che ho vissuto con tanta passione per 42 anni. È tutto collegato. Ho sfiorato il mondo universitario, ma l’ho percepito freddo distante, autoreferenziale, troppo astratto per le mie corde. Piuttosto mi appassionavano i progetti sociali e tutto ciò che riguardava le famiglie o le coppie in difficoltà. Lo studio è essenziale, è un dovere professionale, ma poi deve necessariamente essere applicato e rinforzarsi con l’esperienza pratica in un processo di stimolazione vicendevole. Qualcuno ha detto che lo studio senza l’esperienza è zoppo e l’esperienza senza lo studio è cieca. Credo che per me sia stato così…
La vostra scuola è riconosciuta da AICCeF, ma sappiamo che la tua collaborazione con AICCeF viene da molto lontano. Ci racconti?
AICCeF è nata nel 1977 e io sono socio AICCeF dal 1997. Ho scelto di associarmi perché mi sentivo un pochino un “cane sciolto”, come si dice. Tante attività e progetti, ma in solitudine. Avevo bisogno di una appartenenza, di un confronto e di una condivisione più profondi e continuativi. Ho visto nell’AICCeF tanti valori e una impostazione in cui mi rispecchiavo. È stato naturale prendere contatto e fare confluire le esperienze.
Dopo la mia iscrizione, il Centro e la Scuola di Bologna che avevo fondato nel 1989, ne hanno adottato l’impostazione e i principi.
Sono stato Presidente nazionale dell’AICCeF per due mandati, dal 2002 al 2009. Di quel periodo ricordo l’entusiasmo e l’importanza di connotare la figura del consulente familiare in senso socioeducativo. La modifica dello statuto fu un passaggio importante, così come la creazione dell’assicurazione professionale e l’attribuzione di un codice ATECO per la nostra professione.
Terminato il mio secondo mandato, dopo il quale per statuto non si può più essere rieletti, dal 2008 al 2015 sono stato autore della rubrica sugli strumenti della prevenzione e della consulenza nella rivista trimestrale “Il consulente familiare”, organo dell’AICCeF. Sono rimasto nel consiglio direttivo fino al 2020.
Dal 2011 ad oggi sono uno dei formatori dei supervisori AICCeF insieme a Elisabetta Baldo e a Rita Roberto, con le quali ci conosciamo da una vita e abbiamo condiviso/collaborato in tantissime occasioni.
Dal 2019 al 2022 infine sono stato Coordinatore del gruppo di studio per l’uniformità dei curricola nelle scuole nazionali riconosciute da AICCeF per il conseguimento del diploma di consulente della coppia e della famiglia.
Insomma, una lunga collaborazione, quella con AICCeF la tua. Nel 2019 la Scuola di Bologna è diventata l’avventura di CECOFeS. Ci racconti il valore aggiunto di questa trasformazione e il sogno che la sostiene?
Il valore aggiunto è stato respirare un clima nuovo, una voglia di fare, un entusiasmo che si stavano spegnendo, la possibilità di collaborazioni e confronti su piani nuovi e più profondi. La collaborazione con ANFN ha avuto anch’essa un ruolo determinante.
Chi c’è oggi dietro CECOFeS oltre a te?
Un bellissimo gruppo di persone, più di una equipe. Ho incontrato e potuto condividere tanta ricchezza e tanti doni, sia personali che professionali. Non vorrei dimenticare qualcuno per cui non faccio nomi, a parte i due grandi pilastri: Raffaella e Giuseppe. Loro sono la vera base, la radice di CECOFeS. L’energia inarrestabile e travolgente di Raffaella armonizzata dalla pacatezza, dalla gentilezza e dalla ricerca della perfezione di Giuseppe, uomo di grandissima cultura. Hanno saputo seminare, coltivare e far fiorire tantissimi progetti ed iniziative educative. La frase ricorrente di Raffaella, nei numerosissimi nostri viaggi in auto su e giù per l’Italia era: “lasciamoci condurre”. Questo loro spirito ha condotto CECOFeS dove è oggi e di questo sarò loro grato per sempre.
Giuseppe Butturini, da sempre sei un esperto lettore della storia e della società. Oggi la parola relazione entra in ogni assemblea e in ogni documento, quasi una inflazione. Come mai, secondo te?
In tempo di crisi di tutte le sicurezze su cui si è sempre fondata, tutta la società ormai si è resa conto che la relazione è la condizione base per essere sé stessi e la buona relazione è la condizione base per essere felici
Quali sono i luoghi in cui la relazione prende corpo in modo sempre più rilevante?
La famiglia è luogo principe di Relazione, ma la Coppia è la sua sorgente. E’ sorgente nella misura in cui conosce le strade per esserlo, essendosene magari già servita. Un’ ‘arte’ che si impara nei tempi calmi di una persona e tanto più della Coppia, per poi metterla in partica nei tempi di buio.
Come si inserisce CECOFeS in questo quadro socio-storico?
Con la nascita di CECOFeS prende corpo una storia. E’ un’associazione che ha nel suo cuore la famiglia e in particolare la coppia: la Famiglia luogo per eccellenza di Relazione, la Coppia generatrice di Relazione.
Innanzitutto si inserisce con un ruolo – quello culturale – che a partire dalla fine degli anni 80 vedrà protagonista Raffaello Rossi, per due mandati presidente di AICCeF e fondatore della Scuola di Bologna. Un uomo proveniente da un’esperienza pluridecennale nel mondo delle Associazioni e in quello famigliare; sia nel campo pubblico di Bologna che in quello privato. Un’esperienza sempre tesa a coniugare la effettiva realtà sociale con il ricco e sempre nuovo mondo scientifico. CECOFeS nasce da qui.
CECOFeS poi vuole inserirsi come possibile strada da percorrere insieme, una Associazione che nasce nell’Associazione Famiglie Numerose e nella quale vuole rimanere, sottolineando non solo quanto ha in comune con ANFN, l’essere ambedue APS (ndr. Associazione di Promozione Sociale)ma di esserlo in modo particolare. Un percorso, quello di CECOFeS, che mette al centro la famiglia e le sue relazioni in modo che la famiglia da fatto ‘privato’ ridiventi fatto ‘sociale’, non alzando una bandiera, ma come un faro di luce e di attrazione.
A questo punto ci piacerebbe comprendere meglio da dove è nata CECOFeS…
Ci tengo a dire innanzitutto che non siamo nati a tavolino, non siamo una ideologia, ma una risposta concreta. Non abbiamo costruito partendo dalla teoria, ma siamo condotti dalla storia e vogliamo rispondere alla realtà e ai bisogni concreti.
L’origine di CECOFeS e il suo sviluppo sono segnati infatti dall’incrociarsi di tre fatti.
Le richieste di aiuto di molte coppie di ANFN a me e mia moglie Raffaella che per un periodo siamo stati Presidenti Nazionali, una costatazione e un incontro, la gioia di vedere che CECOFES e ANFN sono entrambe APS, “Associazione di promozione sociale”
Ci aiuti a capire meglio?
Certamente… e volentieri! Mi chiedi di raccontarti proprio le mie passioni più grandi e lo stupore e la gratitudine con cui guardo alla storia.
Nel corso della nostra ‘peregrinatio’ in Italia negli anni di Presidenza dell’Associazione, incontrando decine e decine di coppie, abbiamo raccolto il desiderio di aiuti per ‘vivere’ la vita di coppia non limitandosi al ‘sopravvivere’, quasi immolati sull’altare del dovere. Richieste di aiuto il cui riscontro in noi erano la percezione e poi la convinzione che non bastavano accoglienza, ascolto, il mettersi nei loro panni. Che era necessario fare ‘qualcosa’ di diverso; ‘qualcosa’ che potesse rispondere alle loro richieste. Un ‘qualcosa’ cui non sapevamo dare una risposta, se non la necessità di scoprila.
Ci siamo resi conto che quel fare ‘qualcosa’ doveva essere ‘qualcosa’ di concreto; una strada, – se non un progetto – che partendo dalla coppia potesse poi aprirsi a tutti, compreso chiunque avesse concrete responsabilità nell’Associazione. Un progetto che rispondesse alla necessità di base di ogni persona: la possibilità, la capacità, gli strumenti per fare relazione; sia per entrarvi e così realizzare sé stessi, e sia per aiutare anche altri attraverso le reti di relazione fra famiglie.
Eravamo sempre più conviti che quel ‘qualcosa’ doveva essere un “vera arte” che si impara in tempi di calma, anche se parziale, per poi metterla in pratica nei tempi duri; un ‘arte’ che diventa molto più difficile se non si è mai imparato a conoscerla e a servirsene.
In questo contesto avviene un incontro con una persona, con Raffaelo Rossi; una persona in grado di trasformare quel ‘qualcosa’ in un concreto ‘Progetto’. Una persona con alle spalle una storia fatta di competenza e di esperienza. Competenza con una laurea in Filosofia e vari master; con un’esperienza trentennale di incontri con Coppie, con giovani, con membri di associazioni. Competenza ed esperienza che si illuminavano a vicenda. Un incontro che nel giro di poco meno di due anni portava al trasferimento della Scuola di Rossi da Bologna a Padova; un trasferimento preceduto dalla nascita di CECOFeS
ANFN e CECOFeS sono entrambe APS (ndr. Associazione di Promozione Sociale), dicevamo, e quindi aperte alla società in tutta la sua realtà. Inoltre ambedue sono associazioni aconfessionali aperte a tutti nel rispetto dei valori etici di ciascuno.
Una apertura che ha in CECOFeS una rilevanza fondamentale, costituendone quasi il suo cuore. La società infatti, secondo me, sta bene se la famiglia sta bene, e la famiglia sta bene se la coppia sta bene, ma la coppia sta bene se la persona sta bene. In questo contesto ANFN non può che riconoscersi in CECOFeS e CECOFeS non ritrovarsi in ANFN. Se il numero dei figli fa numerosa una famiglia; la relazione – a partire dalla Coppia – le dà l’anima, la capacità, la passione per creare Relazione.
Ma concretamente cosa propone CECOFeS?
Propone una possibilità di mettere al centro la relazione. Sempre e ovunque.
Nella scuola, dove gli insegnanti sanno bene che la relazione è alla base dell’apprendimento efficace, nella vita di ciascuno attraverso laboratori formativi offerti alla popolazione e soprattutto attraverso la formazione di consulenti familiari che possano accompagnare con efficacia le persone a rimettersi in contatto con le proprie risorse personali e relazionali in percorsi più personalizzati.
CECOFeS si rivolge a persone di ogni età e posizione sociale o culturale, persone alle prese con problemi, difficoltà e conflitti propri di ogni persona, nella famiglia e in particolare nella coppia, ma anche con persone desiderose di crescere nella Relazione.
Con il Corso di formazione per Consulenti della Coppia e della Famiglia CECOFeS forma figure con un ‘taglio’ preciso su almeno due fronti. Il primo fronte parte dalla convinzione che i problemi – crisi e conflitti compresi – non siano tappe o segni di fine rapporto, ma possano essere difficoltà fisiologiche in una famiglia; un’occasione per una nuova stagione nel rapporto, nelle sue varie espressioni. Guai se non ci fossero, non ci si aprirebbe alla crescita e al cambiamento.
Da qui il secondo fronte: la necessità di prevenirli. Difficile comunicare in momenti di lunghe e ripetute crisi e tanto più di conflitti, se non si è imparato a farlo. E’ una vera arte che si impara in tempi di calma per metterla in pratica nei tempi duri (AL 234).
Quali obiettivi ha CECOFeS?
CECOFeS ha due obiettivi.
Prima di tutto formare dei ‘Consulenti’ in grado di mettersi a servizio, liberamente come volontariato come professionisti, delle persone, delle coppie, della famiglia nelle diverse situazioni o tempi: dalla famiglia, alle Scuola, alle imprese, alle stesse Associazioni.
E, ancor prima permette di conoscere ed essere coscienti delle difficoltà che possono arrivare o di quelle già in corso per poterne uscire, servendosi degli strumenti che il Consulente aiuta a scoprire assieme alle rispettive risorse; e questo a proprio ‘uso e consumo’ almeno per il momento.
In secondo luogo ha il sogno formare Consulenti che poi desiderino e vogliano creare nei luoghi di provenienza dei Centri di Consulenza, a loro volta chiamati a dare una mano a persone che chiedano un concreto aiuto per imparare o per poi mettersi anch’essi a servizio. Centri di Consulenza, aperti a tutti nelle più diverse situazioni come per problemi concreti. Centri nei quali le famiglie numerose possano avere particolari facilitazioni.
Grazie Giuseppe, possiamo condividere anche noi con te questo stupore e questa gratitudine nel vedere che dove un bisogno viene intercettato, con passione e attenzione ai segni della Storia, arrivano anche le possibilità per offrire piccole e concrete risposte. Grazie!
Intervista a Raffaella Mascherin Butturini
Raffaella, tu sei stata la prima a sognare CECOFeS quando ancora non era nata… praticamente l’hai portata in grembo nutrendola finché non ha avuto davvero il respiro per nascere… ci racconti come è nata per te questa intuizione?
Sono alla soglia dei settantadue anni, ma non ho smesso di sognare. Quando ero bambina, dai sei anni in poi, ho avuto un sogno per anni: che i miei genitori potessero tornare assieme per essere una vera famiglia, mamma papà e quattro figli. Ad un certo punto questo sogno ha lasciato il posto ad un altro sogno: avrei dato dieci anni della mia vita per poter fare l’esperienza di vivere in una vera “famiglia” per un po’ e capire cosa vuol dire “famiglia”, comprenderne i meccanismi, le gioie e le difficoltà e farne tesoro.
Mi guardavo intorno e cercavo, cercavo… ma che difficile trovare “una famiglia” come la sognavo!
Un cugino di mio padre aveva una famiglia che guardavo con stupore e desiderio. L’unica?
Gli anni sono passati, e mi sono trovata in una meravigliosa avventura: la mia famiglia! Non sarei onesta se dicessi che sono state tutte rose e fiori; credo che la cosa più difficile su questa terra sia quella di creare una coppia, ma il desiderio di creare una realtà dove amore, complicità, attenzione reciproca, solidarietà, relazioni genuine e profonde ma soprattutto libertà di essere se stessi, era davvero tanto forte. E sono arrivati i bimbi, gli incontri alla scuola materna con una pedagogista che mi ha dato delle dritte molto interessanti riguardo all’educazione all’autonomia e alla sicurezza, all’esposizione e alla protezione. Avevo compreso, per esperienza diretta, che l’educazione non si basa sulle regole, ma sulla testimonianza, e che la gioia è un ingrediente indispensabile per la vita di una creatura, e io di lacrime ne avevo versate tante, troppe nella mia infanzia, adolescenza e giovinezza!
E intanto ascoltavo amiche, mamme della scuola dei miei figli, coppie che venivano e ci portavano tutte le loro sofferenze e i loro problemi. Sentivo la necessità di avere strumenti efficaci per essere di aiuto, vedevo la necessità di una figura di accompagnamento a fianco della coppia.
Una figura di accompagnamento per la coppia sentimentale e per coppia genitoriale intendi?
Sì, ho sempre pensato che, come lo Stato assegna il pediatra che aiuta la famiglia a far crescere sano il bimbo, (poiché ogni figlio è risorsa e dono prezioso per la società), anche alla coppia dovrebbe essere assegnata una figura che assolva allo stesso compito; E’ importante occuparci del nostro essere sani anche nella mente e nel cuore oltre che nel corpo; capaci, cioè, di metterci e creare relazione. Anche perché prima dei figli viene la coppia, e se la coppia sta bene la famiglia sta bene, se la famiglia sta bene la società sta bene.
In realtà fin dagli anni ’70 è presente in Italia l’AICCeF, Associazione Italiana dei Consulenti della coppia e della famiglia, che tutela la figura del “Consulente familiare”, ahimè poco conosciuta.
Avevo trovato quello che cercavo da tutta la vita!!!
Da qui la mia formazione, come Mediatore familiare prima, e come Consulente della coppia e della famiglia poi.
Tu e tuo marito avete fatto una scelta di campo molto chiara e la vostra casa è anche sede di CECOFeS. Da dove è nata questa associazione?
Ci sono stati gli anni della nostra attività nell’Associazione Nazionale Famiglie Numerose: ANFN. Gli anni della nostra Presidenza Nazionale dal 2013. Il presidente in questa associazione è la coppia e con mio marito abbiamo per qualche anno visitato le famiglie numerose di tutta Italia, abbiamo ascoltato tanto, abbiamo cercato di dare loro l’orgoglio di essere ciò che sono. Anche in quegli anni si sono avvicinate coppie con problemi di relazione, oppure coppie che desideravano essere di aiuto ad altre coppie: da qui è nata l’idea di presentare al direttivo ANFN la figura del Consulente della coppia e della famiglia e il progetto del percorso di formazione. Abbiamo subito trovato accoglienza, entusiasmo e partecipazione. Nel frattempo io avevo conosciuto Raffaello Rossi proprio mentre mi formavo come consulente familiare e nel 2018 è iniziato, insieme a lui, il primo corso triennale di formazione a Padova, l’anno dopo a Piacenza, l’anno dopo ancora a Macerata e ancora Padova, Crotone e poi Marsciano in Umbria, Loppiano in Toscana, Milano… e la storia continua.
Fu la stessa ANFN a spingerci a formare una Associazione ad hoc, cioè vide la necessità di dare vita ad una associazione il cui scopo primario è la formazione di Consulenti Familiari e l’apertura di Centri di Consulenza Familiare: con Raffaello Rossi abbiamo fatto nascere CECOFeS.
Oggi attorno a noi c’è un gruppo di consulenti familiari formati alla nostra scuola che collabora, cresce, si forma e crede insieme a noi che questa possa essere una bellissima e importante opportunità per molte persone e per molte famiglie
Grazie Raffaella, è proprio una storia piena di passione la tua!
Ci lasci una frase per te importante?
Per esperienza diretta, posso garantirvi che: “Siamo grandi quanto i nostri sogni e non importa cosa incontriamo lungo questo viaggio chiamato vita. Se seguiamo i nostri sogni con tutto il nostro cuore comprenderemo il vero significato della nostra esistenza, e quasi certamente raggiungeremo la meta che ci eravamo prefissati. La chiave della felicità è sognare. La chiave del successo è far sì che quei sogni si avverino.”
(Sergio Bambarén, Vela bianca, 2014, Sperling & Kupfer Editore)
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