Esiste una conflittualità costruttiva ed una distruttiva. Il conflitto fa parte dell’universo relazionale intra ed interpersonale.
Si crea un conflitto potenzialmente distruttivo ogni volta che si attivano:
- Resistenze cognitive
- Presenza di giudizi svalutanti
- Disagio emozionale
- Comportamenti reattivi
Il linguaggio sciacallo e il linguaggio giraffa
La comunicazione non violenta è un’impostazione relazionale ideata da M.B. Rosenberg, discepolo di Carl Rogers.
Questo stile relazionale parte dal riscontro di quante volte i problemi e i conflitti nascano da incomprensioni, da accuse, da giudizi e pre-giudizi. L’autore utilizza due immagini:
- il linguaggio sciacallo, per indicare la comunicazione violenta, inefficace, accusatoria, ecc.
- il linguaggio giraffa per indicare la comunicazione non violenta, che viene dal cuore, che non affronta le persone, ma i problemi.
Il linguaggio violento (sciacallo) è strettamente correlato a forme di senso di colpa e di vergogna e fondamentalmente si basa su un concetto di potere punitivo.
Il linguaggio non violento (giraffa) scaturisce dalla condivisione del cuore, porta ad una comunicazione “pulita” dai giudizi, dalle critiche, dalle accuse, colpevolizzazioni, ecc. si basa sul concetto di potere protettivo, sul rispetto reciproco e sui bisogni fondamentali di ogni uomo.
La comunicazione non violenta nella consulenza
La comunicazione non violenta risulta utile ed efficace anche nei percorsi di crescita educativa e nella consulenza.
Il consulente che la conosca e che si sia allenato ad utilizzarla potrà insegnarla o porla come regola di comunicazione all’interno della consulenza stessa. I concetti fondamentali sono semplici, ma si richiede impegno, costanza, allenamento quotidiano.
La comunicazione non violenta si sviluppa in 4 fasi, vediamole assieme.
Osservazione
Si tratta di una comunicazione descrittiva, liberata da critiche, giudizi, interpretazioni, ecc.).
Libera il campo dalle assolutizzazioni e dai giochi di potere comunicativo. Ci si concentra solo sulla descrizione di un fatto specifico, pulito da ogni altra considerazione, da ogni assolutizzazione o generalizzazione.
Espressione dei sentimenti
Si intende ogni vissuto interiore personale: emozioni, sensazioni, immagini, ecc.. I vissuti sono nostri e dipendono da noi; quindi si dice io mi sento arrabbiato e non mi fai arrabbiare quando, ecc.
I vissuti sono sempre espressione di un bisogno. Se sono felice ho appagato un bisogno, se sono triste ho un bisogno da appagare che resta in sospeso, ecc. Qui l’attenzione si focalizza su se stessi e su ciò che viviamo senza farlo derivare dall’altro (sarebbe accusatorio), senza definirlo come una giustificazione in quanto stiamo reagendo a …
Espressione di un bisogno personale
Quando non coinvolge l’altro e resta sul soggetto che comunica.
I bisogni sono in sostanza di tre tipi, anche riprendendo la piramide di Maslow:
- bisogni vitali (respirare, mangiare, bere, dormire, evacuare);
- bisogni di sicurezza (sicurezza materiale, affettiva, ecc.)
- bisogni di crescita esistenziale, umana e personale (contribuire alla vita, dare un senso a… ecc.)
Richiesta
Questa deve avere alcuni parametri:
- rivolgersi ad una persona specifica, non restare generica
- essere al presente
- essere concreta
- essere realistica
- essere espressa in forma positiva
- offrire all’altro l’opzione di accettarla o contro-proporre o altro, non deve essere una imposizione o un ricatto indiretto
Le richieste sono di due tipi:
- richieste di connessione (sentire la tua opinione, valutare insieme a te, sapere che effetto ti fa ascoltarmi, cosa stai vivendo, ecc.);
- richieste di azione (mi piacerebbe prendere l’agenda e decidere insieme ; tagliare l’erba entro domani, ecc.).
Le richieste di connessione sono in genere il 90% delle richieste, le richieste di azione sono in genere il 10% delle richieste totali.
Bisogni fondamentali dell’essere umano. Alcuni esempi.
Vediamo un elenco dei bisogni umani secondo questa impostazione.
Bisogni fisiologici, di sopravvivenza
Aria; acqua; cibo; contatto; espressione sessuale; movimento; riparo; riposo; protezione da ciò che minaccia la vita (virus, animali predatori, ecc.
Bisogni di sicurezza
Cura, conforto, sicurezza affettiva e materiale, sostegno.
Bisogni di gioco, svago
Divertimento; ridere; scherzare, dare sfogo alle energie.
Bisogni di interdipendenza, relazione
Affetto, accettazione; amore; riconoscimento; appartenenza; apprezzamento; armonia, comprensione; calore umano; comunicazione; compagnia; comunione;condivisione; conforto; contatto; empatia; fiducia, giustizia; intimità; onestà; riconoscimento; rispetto; sincerità; sicurezza; stima; sostegno; supporto, tenerezza, vicinanza.
Bisogni di partecipazione
Collaborazione; concertazione; connessione; contributo al benessere, alla realizzazione di sé e dell’altro, alla vita, cooperazione; espressione; mediazione dei conflitti; negoziazione; interdipendenza.
Bisogni di autonomia
Spontaneità, indipendenza, libertà di scegliere i propri sogni, obiettivi, valori; libertà di scegliere i propri progetti per realizzare i propri sogni, obiettivi e valori.
Bisogni di identità e integrità
Accettazione complessiva di sé; affermazione di sé; autenticità, congruenza; consapevolezza di sé; evoluzione; fiducia in sé stessi; sintonia con i propri valori; stima e rispetto di sé e dell’altro; senso dell’unità nella pluralità.
Bisogni di realizzazione
Apprendimento, auto realizzazione; creatività; espressione di sé, evoluzione, fiducia in se stessi, e negli altri, stima e rispetto di sé e degli altri, realizzazione del proprio potenziale.
Bisogni di senso e significatività
Attribuire significato e senso alle cose e alle esperienze, chiarezza, comprensione, discernimento, orientamento; resilienza; significatività; trascendenza.
Bisogni di celebrazione, di riti
Festeggiare la vita e la realizzazione di sogni; celebrare le perdite di persone e sogni; condivisione concreta, simbolica, gestuale e verbale delle gioie e delle sofferenze, ritualizzazione, gratitudine.
Bisogni di spiritualità
Armonia; bellezza; ispirazione; ordine; pace, trascendenza, immanenza.
I benefici della riflessione non violenta
La riflessione non violenta consente di creare un clima sereno e aperto, caldo e accogliente. Parte abbassando le difese di chi parla, che esprime ciò che vive senza giudicare o criticare l’altro e quindi trasmette fiducia e positività. La comunicazione non violenta ha come pre-requisito la sincerità e il rispetto; consente di ascoltarsi e prendere il ritmo comune, in quanto si fonda sulla assertività e sull’empatia.